Siamo abituati ad osservare la persona e l’insegnamento di Gesù dal punto di vista profetico: in Gesù, vale a dire, si realizzarono tutte la profezie veterotestamentarie. È plausibile affermare che in Lui si siano compiuti anche gli scritti sapienziali dell’Antico Testamento? La Bibbia ebraica usa diversi termini per esprimere l’idea della sapienza, tra questi, i più usati sono quelli con radice ḥkm, che si riferiscono tanto alla sapienza e alle capacità umane quanto alla sapienza che proviene da Dio. Nel corso della storia del pensiero veterotestamentario l’idea della sapienza fu personificata e immaginata come un essere di sesso femminile: una donna giovane che attira l’attenzione dei giovani, una donna vecchia che conosce bene la vita, una sorella, una moglie o una fidanzata. Nei testi biblici si possono notare delle tensioni nell’immagine della sapienza personificata: infatti Essa è contemporaneamente umana e divina, creata ed eterna. Queste tensioni sono l’evidente testimonianza di come gli agiografi intuissero che nella Sapienza Divina c’era molto più di quanto la loro fede monoteistica permettesse loro di esprimere e cioè il mistero della Sapienza Divina che sarà poi rivelato nel Nuovo Testamento: Gesù Cristo che col suo insegnamento, portò alla perfezione la sapienza umana, e nel contempo rivelò se stesso quale vera Sapienza di Dio personificata.