La teologia pastorale non sempre era in grado di dimostrare il carattere autenticamente teologico della sua riflessione. In questo articolo si cerca di presentare l’argomentazione di Sergio Lanza, un noto teologo pastorale italiano, circa la teologicità di riflessione pastorale. Per trovare un posto per la teologia pastorale nel complesso di tutte le discipline teologiche bisogna partire da una rinnovata visione di tutta la teologia compresa come fides quaerens intellectum. La fede (fides) si presenta così come l’oggetto della riflessione teologica. Essendo una risposta integrale dell’uomo alla Rivelazione di Dio, la fede comprende in se anche le opere, non soltanto quelle dell’indivuduo credente, ma pure le opere di tutta la Chiesa. L’azione ecclesiale fa dunque parte dell’oggetto della riflessione teologica. In conseguenza, la riflessione su di essa ha carattere teologico. Dalla riflessione teologica sull’azione ecclesiale, cioè dalla teologia pastorale, bisogna distinguere la cosiddetta pastoralità di tutta la teologia. S. Lanza attribuisce a quest’espressione due significati: la funzione della teologia nella formazione dei pastori e la contestualità del sapere teologico, cioè un suo necessario inserimento nell’attuale contesto culturale, sociale ed ecclesiale dell’epoca.